Attenzione, attenzione, non si tratta di un’esercitazione! Sei davvero di fronte a un nuovo post. Con qualche novità da ascoltare e appuntare sull’orecchio fatto a un libro che non c’è.
Fisiopatologia della Scrittura
Reparto Scrittura
Senti la pagina fare su e giù come il diaframma e sotto quello strato sottile di pelle, che non è pelle ma carta, quel cuore lo senti palpitare. Si tratta del cuore che batte dentro ogni storia che decidi di raccontare. In cima poi, appena sotto la dura corazza della copertina rigida, potresti giurare di aver sentito sotto le dita i solchi capricciosi delle circonvoluzioni cerebrali. Perché le storie che ti restano in testa hanno anche loro una testa. E pure tutti gli altri organi al loro posto. Passi a sbirciare gli appunti sull’anatomia della scrittura?
Una Scienza chiamata Scrittura
Quando incontri il male di scrivere spesso incontri anche nella scrittura la cura. Perché la medicina narrativa è la medicina che si racconta e nello scrivere di sé si medica. Perché l’inchiostro disinfetta e la penna è una bacchetta magica di catarsi. Ma non solo. Perché la penna è anche scalpello con cui andare a modellare la parola affinché la scrittura scientifica parli della medicina al meglio.
L’ambulatorio delle storie
Ci sono così tante storie in sala d’aspetto. Finché qualcuna viene ricoverata e per ogni esame a cui viene sottoposta guadagna un lettore. Ci sono così tante storie in corsia. Finché qualcuna non opera un vero cambiamento in chi la incontra e allora esce fuori e capisce che tutto il mondo è ambulatorio. Vieni a dare un’occhiata al mio cassetto delle storie-medicine?
Terapia dello scrittore
Birolle, Decibelle, Pellicolle
Immagina un flaconcino. Non sai bene se te l’abbia lasciato in eredità Mary Poppins o Marilyn Monroe. Ma le pillole orfane sono lì e partoriscono sogni. Sono sogni a volte fatti di corde. Vocali. Che ti risuonano in testa finché le orecchie non ti fanno male. O sono sogni, altre volte, fatti di parole impresse e incise che lasciano il segno più delle incisioni. O sono sogni, altre volte ancora, della stessa sostanza delle pellicole. Fai un salto qui per mandare giù una pillola sugarfree?
I sensi di scrivere
Ci saranno giorni in cui si scriverà di pancia. E giorni in cui l’inchiostro scorrerà come nelle più realistiche allucinazioni cenestesiche. Ci sarà una raccolta. Una pentalogia. A base di caffè e storie mescolate al caffè come se fossero zucchero. Mentre a volte sono più simili al cianuro. Sarai tra i lettori che sosterranno la creazione dei racconti al caffè (tè, me)?
Litbox
Qualche post fa (no, non te lo linko il post. Te lo vai a cercare armato di buona volontà, se ti va) ho sproloquiato tra me e me di quanto ci mangi una speciale scatola degli incubi a misura di lettore/scrittore/paroleamatore. Il progetto sarà crearne una. La ricetta prevederà olio (di gomito) e zuccherini. Gli ingredienti? Appassionati lettori che amano inabissarsi nelle storie e appassionanti scrittori emergenti. (Che ora non lo puoi ancora sapere ma sarà così fondamentale per una cosa che scriverò quest’idea… Dell’emersione)
Scrittura di laboratorio
Spin-off
Ebbene sì, ebbene sì. Prima del #BOOKaniere (ok, questo te lo linko) saranno pubblicati (e spacciati come dolci nascosti sotto i cuscini nei famigerati lunedì di dieta) dei racconti che ti costringeranno a amare/odiare/desidera-di-baciare-o-di-uccidere-o-di-dimenticare-o-di-diventare i futuri personaggi del mio im-maturo romanzo d’esordio.
Farsi in quattro dietro le quinte
Se ti piacciono i ritmi serrati e le occasioni di guardare (no, non sbirciare ma proprio guardare, per bene) dal buco (diventato per l’occasione voragine) della serratura questa sezione sarà la tua preferita: avrai una visione privilegiata sulle mie dita erose dai miei denti che provano a erodere il superfluo per tirar fuori, dai denti, le parole e dalle parole, che sgorgano fuori dalle suddette dita, ricavare le storie.
I corsi (senza) ricorsi
Calamogia a domicilio: di calamisti (poco anonimi) e altre idee
Calamo è tornato: per quanto resterà? 🙂
Che nasconde il tuo cassetto delle storie-medicine?
In questo post si nascondono vari messaggi, secondo me. Quando li sveli?
Quando saranno sogni pronti a uscire dall’incubatrice 😉
E allora alimenta questa incubatrice 🙂
Le cose che non scrivi ti rodono dentro, ti frullano la testa, ti scalciano in pancia, ti sembrano un controvento, ti svegliano la notte, ti accarezzano la bocca. Le cose che no scrivi le ami e loro ti odiano, ma tu sai che una volta scritte non saranno più tue, allora le tieni lì a farti male e ad accarezzarle un attimo appena si distraggono.
Io su “le cose che non scrivi le ami e loro ti odiano” farei sfumare la musica perché è una di quelle frasi con cui adorerei finisse un film che ho adorato.
Quante cose ribollono nel tuo pentolone, Lady Metaphora! Aspettiamo e vediamo… 🙂
Il bello del mio pentolone è che posso sempre usarlo per cucinare cose (si spera) buone e invitarvi tutti a cena 🙂
Rimango inattesa. Come sempre i tuoi post sono serratissimi e non lasciano respiro, ma son belli per questo 🙂
Contenta di averti “mozzato il fiato” allora 🙂
Anche se con un ritardo immorale, è bello tornare a sbirciare tra le pagine del calamo e vedere che di sorprese probabilmente ce ne saranno ancora un bel po’! Poi adesso che ho finalmente SCELTO il filtro giusto per la mia macchinetta, come faccio a non voler sostenere le creazioni dei racconti al caffè?
E quindi? Quando?
PS: 101…pirata 🙂
Sapere che hai (ri?)trovato il tuo filtrino è una notizia così eternamente bella che il concetto di ritardo diventa superato!
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