Quello che siamo e tutto quello che potremmo essere (tutto)

Le fiabe e le favole, di solito, iniziano con “c’era una volta” ma le fiabe e le favole sono anche quelle che a un certo punto finiscono e non ti raccontano più niente e anche prima di finire ti lasciano con dei punti di domanda così grandi che pesano tantissimo, sono proprio complicati da portare in testa mentre provi ad andare avanti.

Noi non siamo una fiaba, ok, a volte noi siamo decisamente una favola nel senso di favolosi ma non siamo una fiaba.

Le scene di vita quotidiana, di solito, non hanno una formula rituale con cui cominciare, ma la vita quotidiana è anche quella cosa che, spesso, troppo spesso, si ripete sempre identica a se stessa, sempre uguale e tu vorresti tirartene fuori ma non c’è neanche la benché minima indicazione stradale.

Noi non siamo la routine quotidiana, ok, siamo terribilmente reali ma non siamo ripetitivamente quotidiani.

I programmi televisivi, di solito, procedono senza troppi intoppi anche grazie al gobbo e no, Notre Dame non c’entra, ma i programmi televisivi sono anche fatti di tanti fuori onda che, se venissero fatti vedere, rischierebbero di rovinare la magia faticosamente costruita, come se la vera magia fosse davvero una cosa fragile mentre è fortissima.

Noi non siamo un programma tv, però, ehi, abbiamo dei suggerimenti da leggere: ciò che #IMuriSanno.

Cosa siamo allora?

Siamo il posto dove i leoni piangono, siamo i sogni che si fanno poco prima di svegliarsi e che poi ci si porta dentro e dietro per tutto il giorno, proprio lì, appena sotto le palpebre, come una lentina spezzata.

Dove siamo?

Siamo al punto di partenza. No, non nel senso che non abbiamo fatto nessun passo avanti. Anzi. Il progetto de #IMuriSanno è cresciuto, sì, quella cosa bella e strana come un figlio nato da una divinità che si finge cigno, quella cosa per cui voi e io, insomma Noi, cerchiamo scritte sui muri e ce le lanciamo addosso come fiori lanciati sul palco e poi io di queste scritte ne coglierò 36 e diventeranno piccole grandi storie. Ecco, questa cosa è cresciuta ma è arrivato il momento di tirare le somme e le somme dicono che ci siamo vicini (i dati delle iniezioni vanno aggiornati) ma non siamo ancora arrivati alle 360 copie prenotate.

(Come si prenota? Basta completare il form in fondo a questo post (sì, basta cliccare e tadadaam) e poi fare un’offerta al link che si riceve via email. Non c’è un prezzo, è il lettore a scegliere il valore).

Cosa facciamo a questo punto?

Abbiamo due strade praticabili e a decidere quale strada intraprendere saranno i lettori che hanno già prenotato la loro copia delle 36 storie che solo #IMuriSanno. Calamo è coerente con i suoi piani e i suoi progetti e i suoi propositi quindi una possibilità è fare un passo indietro: magari, un giorno, ci riproveremo. Sai come si fa quando si vuole fare come se qualcosa non fosse mai stato? No, nessuno lo sa, probabilmente perché è impossibile farlo davvero, farlo del tutto. Eppure. Eppure è possibile, se non si arriva alla vetta, decidere di tornare indietro. In questo caso, quindi, le storie, semplicemente, non vedranno mai la luce e i lettori prenotanti (che non sono ancora 360 ma sono comunque un numero interessante e quindi grazie, mille e mille volte ancora grazie) riavranno indietro il loro contributo per la prenotazione.

Altrimenti?

L’altra via possibile è stata qualche lettore a suggerirmela. Diciamo che è la via che non riesce a fare a meno di tener conto dell’entusiasmo dimostrato dai mostri magenta, quell’entusiasmo che è come le bevande zuccherine che, dopo che ti cadono addosso, non importa se ormai si son asciugate e quasi non le vedi più: ti restano appiccicate addosso. L’altra via è una via in cui a un certo punto incontri un mago che ti regala un orologio e ti dice che chi ha tempo non deve aspettare tempo, certo, ma è anche vero che qualche volta bisogna accettare di essersene dato troppo poco e, magari, di non averlo sfruttato al meglio (per quanto il tempo non vada “sfruttato” ma impiegato, con garbo e ingegno). Insomma, l’altra possibilità è quella di posticipare un po’ la data di scadenza e sederci intorno alla nostra tavola rotonda a discutere meglio sul da farsi.

Cantiere a cielo aperto

Questo post potrà essere in qualunque momento aggiornato perché “ogni minuto che passaè un’occasione per rivoluzionare tutto completamente” eccetera eccetera.

 

5 pensieri su “Quello che siamo e tutto quello che potremmo essere (tutto)

  1. Il tempo è un’illusione. Nel Regno, una magia! Sono sempre al tuo fianco Regina. E ho voglia di sgranocchiare i biscotti che si staccheranno dai muri, che sanno di cioccolata e caffè e porporina. Ma bisogna saper aspettare, guardando la finestrella del forno come fosse un pozzo di luce calda e profumata. Per vederli lievitare e per estrarli al momento giusto.

  2. L’ha ribloggato su trafantasiapensieroazionee ha commentato:
    Questo è l’aggiornamento rispetto a un sogno “reale” chiamato #IMuriSanno. Leggete con cura e, mentre teniamo il tempo tra le mani, seduti ad attendere che altri preziosi lettori e fotografi di luci, decidano che si può…Intanto pensate alla sorpresa nel ricevere ogni giorno un racconto magari frutto di un vostro scatto. Magari…

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