Scrivere per svent(ol)are

Scrivere per svent(ol)are

Arriva un momento in cui ti devi avventare. Quel momento generalmente corrisponde al momento in cui meno vorresti farlo.

Perché magari ti è venuto il mal d’aria, perché ti sei reso conto che nulla può essere più soffocante di qualcosa che ti circonda sempre, continuamente, e di cui non puoi fare a meno.

Perché capisci che quando dici che per te scrivere è come respirare stai implicitamente dicendo che per te scrivere è la più dolce e la più indispensabile delle prigionie. Ma si può considerare prigione qualcosa che ci è vitale? Nel dubbio meglio mettersi a decorare le pareti della propria scrittura con qualche avventura.

10 riSPOStE per 10 coltelli

  1. #Scrittura28 è stata un’avventura fantastica e sì, il rientro in porto del vascello più matto di questo mondo di matti scrittori. A cosa è (stata) dovuta l’attesa? Al fatto, principalmente, che mi sarebbe piaciuto (e ancora mi piacerebbe) che alla festa potessero partecipare (ma per potere bisogna volere) tutti quelli che hanno reso questa festa una vera festa.
  2. Questo avvento si limiterà a sentire che vento che fa qui su monte Calamo? Decisamente no. E no perché la gente è bella perché è come la porporina quando apri la boccetta e soffi forte come se stessi respirando per la prima volta: la gente si sparpaglia. Quindi anche questo gioco-progetto si sparpaglierà. Per poi ricomporsi, forse.
  3. Ma, insomma, cosa ci si deve aspettare da questa strana macchina che quando parte difficilmente si capisce dove vuole andare a parare? Puoi aspettarti un po’ quel che ti pare. Tanto difficilmente una cosa è come (soprattutto di primo acchito) appare.
  4. Ma com’è che tu, proprio tu, che tanto avevi parlato di questo appuntamento ieri ti sei fatta attendere per poi disattendere le aspettative dei lettori? Semplice: se il silenzio è d’oro io, che ho i miei lettori molto cari, ho deciso di fare in modo che avessero un contenuto esclusivo a 18 carati (se hai commentato sul post dell’annunciazione, o sul post del fiocco di nascita, o sul post-manifesto che ha segnato l’inizio dell’avvento degli scrittori allora controlla la tua casella di posta. Altrimenti… Chiedi e magari sarai così fortunato da dover ritentare. Oppure avrai anche tu il tuo pezzetto di calamosità da sfogliare anche fuori di qua).
  5. L’avvento degli scrittori è un evento a tempo, ok, ma porterà a qualcosa che durerà un po’ di più nel tempo? Se ti andrà come andrebbe a me… Assolutamente sì.
  6. Cosa posso fare per non “limitarmi” a partecipare alla festa ma sentirmi un po’ Flaubert e dire “la festa sono io“? Puoi approfittare di tutti i modi che hai per parlar(mi) per raccontarmi chi sei, cosa sai (e ami) fare e cosa ti piacerebbe migliorare.
  7. Salti bene come la bambina in nero (bella canzone) della Gif? No, sono più brava coi voli pindarici.
  8. Dato che siamo così vicini all’anno nuovo faremo anche una lista di buoni propositi? Quasi: faremo una lista di impegni reali. Una novità assoluta per tutti i Gennaii da quando il mondo è mondo, vero?
  9. Ti è arrivata la mia letterina? Sì, è per questo che sono qui.
  10. Le liste sono come i libri: non sono mai davvero finiti finché non è il lettore ad aggiungere qualcosa.

10 pensieri su “Scrivere per svent(ol)are

  1. In valigia ho il mio cuore e il mio coraggio. Quello che manca lo troverò per strada. Se questo è il viaggio di chi se ne frega di quante volte passino i treni nella vita, di chi non ha propositi da fare perché non crede ad “anno nuovo vita nuova” ma ha fede nell’alzarsi al mattino per tornarsene a letto la sera sempre un po’ migliore, non può che essere anche il mio viaggio.
    Partiamo?

  2. Delle sfide la più coraggiosa è credere in sé stessi, la più ardua non tradirsi, ché perdonarsi a volte è impossibile, a volte inutile. Ma se hai buoni compagni di viaggio (alcuni li abbiamo già testati, giusto?) allora la fiducia viene nutrita e nutre quella degli altri, e dobbiamo solo aver voglia di fare il passo più importante: il prossimo!

  3. Iniziare un viaggio senza sapere dove ti porterà è cosa da imprudenti, come minimo. A me il viaggio è toccato senza che lo scegliessi, poiché la nascita mi ci ha ficcata dentro ed io non ho potuto far altro che cominciare a muovermi. Durante il viaggio verso una direzione ignota ho dovuto spesso abbandonare la rotta principale (che peraltro non vedevo) compiendo escursioni in luoghi paralleli, ma assai differenti. A volte foschi e nebulosi, a volte illuminanti. Ancora non so dove sto andando, però ho un paio di certezze: la prima è che mi piace il gelato, la seconda è che mi piace scrivere. Mi impegno a fondo coltivando queste due passioni, e lascio tutto il resto a chi ha scelto di mettermi sul pianeta terra in formato umano, tanto so che a me toccherà (come sempre) scansare guai e far tesoro di quel che vedo, ammiro, respiro, bello o brutto che sia, perché in ogni caso m’insegna qualcosa che mi manca per arrivare da qualche parte. Anche se non so da che parte sia.

    Qui c’è una piacevole gita in compagnia di bella gente. Vediamo un po’ che cosa succede adesso.
    Ah…se poi vi trovate tutti dentro il mio zainetto, io non c’entro niente eh…significa che dovete venire con me da qualche parte. O che dobbiamo andarci insieme. 😀

    1. “ho un paio di certezze: la prima è che mi piace il gelato, la seconda è che mi piace scrivere.”
      Ecco, queste due certezze penso siano i due miglior pioli con cui piantare le tende!

  4. Natale è la sublimazione del Nulla.
    Gesù in realtà è nato in ottobre e Babbo Natale la pubblicità della Coca Cola.
    Malgrado questo, anzi oserei dire proprio per questo sprigiona un fascino irresistibile. Monia lo sa bene.
    È come il vento, di cui parla. Invisibile, ma i suoi effetti certo assai tangibili, talora lievi e piacevoli come una leggera brezza, altre devastanti come un uragano. Niente è più intrigante dell’attesa. Niente. Appunto.

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